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L'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, 27 febbraio 2019, nn. 4 e 5 ha chiarito in materia di decorrenza del termine per la proposizione dell'impugnazione che "costituisce principio basilare del processo amministrativo quello secondo cui il dies a quo per impugnare decorre dalla piena conoscenza dell’atto lesivo. Si può discutere se e in che modo, ai fini della decorrenza del termine, rilevi la conoscenza e conoscibilità (oltre che della lesività) delle ragioni di illegittimità, ma non è mai stato sostenuto, né in dottrina né in giurisprudenza, che il termine per impugnare possa addirittura essere differito alla pronuncia di almeno una sentenza che accerti tali illegittimità. Riconoscere al giudicato di annullamento l’effetto di rimettere in termini tutti i cointeressati che non hanno tempestivamente impugnato significa pretermettere ineludibili, quanto elementari, esigenze di certezza e porta alla negazione di istituti cardine del diritto processuale amministrativo, primo fra tutti quello dell’inoppugnabilità dell’atto non tempestivamente gravato".

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